Villa Della Pergola e Nove ristorante
Nel Ponente ligure, una Villa ottocentesca voluta dagli inglesi circondata da un parco con spettacolari fioriture, ritorna alla vocazione di raffinata ospitalità grazie a una storia di resilienza familiare
di Maria Luisa Basile
12 Settembre 2025

Sulla prima collina di Alassio affacciata sul Ponente ligure, una Villa ottocentesca voluta dagli inglesi circondata da un parco ricco di specie botaniche e spettacolari fioriture di glicini e agapanti, ritorna all’antico splendore e alla vocazione di raffinata ospitalità grazie a una storia di resilienza familiare: Villa della Pergola.
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Un mare di agapanti dondola le ombrelle cariche di campanelle blu e bianche di fronte a un altro mare, quello della Riviera ligure di Ponente sulla quale affaccia Alassio. Sono centinaia, la collezione più grande d’Europa e creano una mite onda floreale che spande la sua freschezza a Villa della Pergola, Relais & Châteaux e dimora con una storia nella quale l’alternarsi di splendore, decadenza e rinascita diventa metafora delle fioriture del giardino e della vita.
Le vicende del luogo sono raccontate da un piccolo museo interno, un susseguirsi di teche che come piccole wunderkammer di gusto vittoriano si rincorrono nel relais con il loro tesoro di fotografie e memorabilia raccolti dalla famiglia Ricci, attuale proprietaria orientata alla salvaguardia e alla cura dell’ospitalità della Villa e del grande giardino, salvati da una speculazione edilizia che rischiava di stravolgere l’intera collina e cancellare le tracce di un patrimonio storico, naturale e socio-culturale di inestimabile valore per la Liguria di Ponente e la sua identità.
Tutto inizia alla fine dell’Ottocento, quando il generale William Montagu Scott McMurdo, uno dei tanti inglesi innamorati della Riviera ligure, acquista una proprietà dei Conti della Lengueglia ampliandola in un Villino che chiama “Casa Napier” in onore del suocero generale la cui vittoriana statua in bronzo adorna ancora oggi Trafalgar Square a Londra.
Rispetto a dimore analoghe comparse sulla costa ligure, la Villa ricalca lo stile architettonico coloniale tanto caro agli inglesi vissuti come funzionari o militari nelle località asiatiche dell’Impero Britannico, ma si distingue per la presenza di elementi decorativi inediti: oltre all’ampia pergola-loggiato dove oggi si indugia in eleganti colazioni “all’italiana” e cene impreziosite da una vista eccezionale sul mare e sulla distesa dei variopinti edifici alassini, la cupola di maioliche iridescenti di Albisola dai riverberi simili a squame di pesce, i materiali preziosi usati negli interni e una fontana a precedere lo scalone d’ingresso.
Tutto intorno i magnifici e vasti Giardini di Villa della Pergola, sviluppati su più livelli attraverso una paziente opera di terrazzamenti alla maniera ligure, ospitano sia la flora mediterranea sia specie esotiche introdotte dagli inglesi e dall’attuale proprietà, in un profluvio di agrumi, ulivi, pini marittimi, mirti, carrubi, mandorli, lecci, cedri del Libano e poi palme, banani, cactacee di ogni tipo e cipressi cinti da glicini rampanti in fioriture costanti grazie alle 34 varietà presenti.
Dopo alcuni passaggi di proprietà che includono Sir Walter Hamilton-Dalrymple, baronetto scozzese discendente da un’antica e nobile famiglia ammesso alla corte della regina Vittoria e la famiglia Hanbury, già proprietaria di altri celebri giardini, nel XX secolo la colonia inglese in Liguria si ridimensiona drasticamente.
La Villa continua però a essere frequentata da ospiti illustri: un giovane Alfred Hitchcock che nel parco gira alcune scene del suo primo film di “The pleasure garden” e Carlo Levi la cui presenza vive ancora in alcuni ambienti del relais attraverso suoi oggetti personali come un salotto dalle linee futuriste e la tavolozza usata per dipingere la macchia mediterranea che veste la collina. Levi trasferisce su tela paesaggi vibranti, fronde iridescenti, gli amati carrubi dai tronchi flessuosi e antropomorfi e affettuosi ritratti dei familiari e dell’amico Italo Calvino, da ammirare nella Pinacoteca Carlo Levi accolta in un palazzo ottocentesco del centro storico di Alassio.
In seguito a un lungo periodo di abbandono con il serio rischio di perdere ogni traccia di queste memorie, nel 2006 Villa e Parco vengono acquistati a un’asta giudiziaria da un’alleanza di salvataggio guidata da Silvia e Antonio Ricci, conosciuto autore televisivo e nativo del savonese. Insieme alle figlie Alessandra e Francesca Ricci la famiglia mette in atto un attento lavoro di recupero filologico basato su ricerche, studi, documenti, immagini d’epoca e fecondi colloqui con i discendenti degli antichi proprietari.
È un nuovo inizio per Villa della Pergola che oggi ospita un Luxury Hotel incluso nel circuito Relais & Chateaux composto da 15 suites ristrutturate dall’architetto Ettore Mocchetti, il ristorante fine dining Nove fregiato della stella Michelin guidato dallo chef Antonio Romano, l’Orto Rampante, il complesso di Spa palestra e Infinity Pool e il grande Parco visitabile con i giardinieri.
Accolti con grande gentilezza e professionalità all’ingresso del giardino dove chi arriva per soggiornare può lasciare il bagaglio affinchè venga portato in camera e chi invece desidera visitare il parco può indugiare nel bookshop per acquistare semi, stampe, ceramiche dipinte (consigliatissime le marmellate artigianali di agrumi preparate davvero con poco zucchero e tanta frutta raccolta nella proprietà: arance dolci e amare, mandarino, pomplemo e timo), inizia l’esplorazione.
Tutte diverse, le suites e le camere richiamano le atmosfere inglesi di fine Ottocento in molti dettagli; nei nomi dei personaggi che in passato vi hanno soggiornato, nei arredi (talvolta i mobili sono pezzi originali trafugati dalla villa durante l’abbandono e recuperati dalla famiglia Ricci nei mercatini grazie alla documentazione fotografica), nella quadreria attinta dalla collezione della famiglia Ricci con soggetti scelti e raggruppati per tema.
Dialogano con giardino e mare anche lo scalone in marmo di prospettiva preraffaellita all’ingresso e gli ambienti comuni, attraverso una vasta collezione d’arte in continuo divenire che li adorna, vera e propria galleria di dipinti ottocenteschi dedicati alla Riviera ligure testimone di epoca e luoghi.
Tutto contribuisce a creare atmosfere lussuose ma senza eccessiva formalità e in svariate aree del giardino gli ospiti si mescolano ai visitatori appassionati di flora. I Giardini di Villa della Pergola si estendono su un’area vastissima, 22 mila metri quadrati, e hanno richiesto un lavoro di recupero immane “a partire dalla pulizia da detriti, infestanti e sporcizia accumulati in decenni di incuria, al rassetto dei muretti a sostegno dei terrazzamenti crollati e all’attenzione alla conservazione” racconta con passione Alessandra Ricci.
La riprogettazione dei giardini è stata affidata all’architetto paesaggista Paolo Pejrone che insieme a Silvia Arnaud Ricci si è poi dedicato alle collezioni botaniche oggi aperte al pubblico che può scoprirle con la guida dei giardinieri.
Nel verde spiccano i profumi e i profili bitorzoluti degli agrumi, le varietà di succulente colossali e le ampie fioriture stagionali, dagli iris marzolini alla dalia di novembre, passando per il mare di agapanti e la più rilevante collezione di glicini d’Italia, creata a partire dalla preesistente Wisteria sinensis, protagonista dei Wisteria parties primaverili organizzati nel ‘900 da Ruth Hanbury per celebrare la fioritura, e preservata durante i lavori di restauro.
Un’altra donna, Silvia Arnaud Ricci, amplia negli anni il “catalogo” dei glicini arrivando agli attuali oltre quaranta esemplari che con le fioriture scalari ingioiellano fino all’estate le pergole, creando profumate cascate di grappoli simili a nuvole nelle infinite sfumature di lilla, rosa e bianco.
I Giardini di Villa della Pergola entrano nella Royal Horticultural Society
Il 2025 segna l’ingresso dei Giardini di Villa della Pergola nella Royal Horticultural Society come “Partner Garden”. La Royal Horticultural Society è la più prestigiosa istituzione di orticoltura del mondo che ha per Patron Sua Maestà Re Carlo III d’Inghilterra. L’ingresso nella prestigiosa rete internazionale della RHS premia l’eccellenza botanica e paesaggistica del parco di Villa della Pergola.
La cerimonia di apposizione ufficiale della targa “Partner Garden” conferita dalla RHS ai Giardini di Villa della Pergola si è svolta a maggio 2025 alla presenza del console onorario del Regno Unito Denise Dardani, che ha portato i saluti ufficiali delle autorità britanniche e di Caroline Hanbury, erede della famiglia Hanbury.
Testimonianza di un legame e di una continuità storica e culturale fra Liguria e cittadini britannici che si rinnova proprio nel 150° anniversario dall’arrivo dei primi cittadini britannici ad Alassio celebrato anche dalla manifestazione “Alassio e gli Inglesi 1875–2025” della quale si auspicano nuove edizioni e sviluppi, anche in considerazione dell’eredità culturale lasciata ad Alassio dagli inglesi dell’800, dalla English Library alla Chiesa Anglicana, dalla Richard West Gallery all’Hanbury Tennis Club.
Naturale prosecuzione dei giardini e delle macchie di piante odorose che conducono alla piscina con vista sull’orizzonte costiero è l’Orto rampante, di nome letterario e di fatto, per la particolare conformazione che lo vede arrampicarsi sulla collina, proprio come l’agricoltura eroica praticata sui terrazzamenti liguri, abbracciando una distesa di ulivi, aromatiche e ortaggi, su su fino alla casetta gialla dove viveva Carlo Levi.
Sotto la porzione di cielo dove un falchetto volteggia disegnando giri concentrici, l’Orto rampante è un verde disegno in divenire grazie al progetto affidato all’architetto Renzo Piano per reinterpretare in chiave contemporanea le tradizionali serre liguri e creare luoghi di ricerca scientifica, didattica, bioagricoltura, ed è un luogo di approvvigionamento per la cucina di Antonio Romano, lo chef che si era già fatto apprezzare nelle cucine di Heinz Beck, Heston Blumenthal a Londra e Spazio 7 a Torino.
Al ristorante Nove di Villa della Pergola ad Alassio lo chef Antonio Romano esprime uno stile cuciniero di innovazione che vuole essere nuova tradizione, una interiorizzazione del rigore della tecnica appresa dai maestri e dello studio costante, temperati da una personale delicatezza nell’accostamento dei sapori generati dall’incontro fra mare e terra, tra il pescato e la messe orticola di zucchine trombetta, carciofi spinosi e asparagi violetti e poi olio extravergine d’oliva, miele, agrumi e naturalmente fiori, a comporre una grammatica di ortaggi e corolle, utilizzati freschi, essiccati e conservati grazie a tecniche naturali antiche e moderne insieme come la lattofermentazione.
Al suo arrivo al Nove ristorante, nel 2024 lo chef Antonio Romano introduce la sua visione, prende confidenza con ingredienti e tradizioni liguri oltre che con l’Orto rampante.
Nel menu primavera 2024 (guarda la Gallery) la ruvida consistenza dello spinacio esalta la morbidezza dello Scampo aureolato da profumi di basilico e uvetta, la Ricciola pare la vicina Isola Gallinara in miniatura dalla quale affiorano farro, levistico e plancton, il tarassaco diventa fragrante corsetto del filetto di Rombo movimentato dal pompelmo e nei dessert la dolcezza dei frutti di stagione si frange sulla sapidità di croccanti insalatine.
Il 2025 è l’anno in cui la cucina del Nove si affina con crescente originalità, lo stile conquista una fisionomia sempre più precisa e accordata alla fisionomia di Villa della Pergola, rintracciabile nei due Menu degustazione Naturalia e Terrae nei quali mare, entroterra, slancio orticolo, ricerca e tradizioni regionali si fondono in armonia. Si cena sotto la pergola che dà nome alla Villa, con vista sul mare e circondati dal giardino che si sente vibrare intorno con i profumi dei fiori, il gracidare delle rane, il gorgoglio della fontanella accanto alla vasca dove i boccioli delle ninfee viola si chiudono in se stessi.
Semplice sulla carta ma di grande eleganza e freschezza gustativa il Melone Cantalupo cucinato a bassa temperatura nel proprio succo e presentato in un polposo gomitolo acceso da una marinatura all’aceto e dal sapore condensato della sua salsa concentrata sposato in armonia a quello delle zucchine in delicata scapece, stringhe di zucchine trombetta sott’olio e da una neve di perle di fiori di zucca e menta che con i semi di zucca canditi animano la presentazione a tavola.
Sprigionano piacere i Fusilli di farro e ceci germinati trafilati in casa in saporoso idillio con ragù di mare mescolato a melanzane e sesamo e spolverati di Grana. Notevole l’insalata di Piccione ubriaco di Pigato, a partire dalla presentazione che lo vede adagiato intero su un vassoio aureolato da fiori raccolti nel giardino in una nuvola di profumi che vedono l’ananas affratellato al peperone nella consistenza del chutney agrodolce stemperato dalle note avvolgenti di mango, avocado e della salsa messicana chamoy. Il Pigato, vino bianco simbolo della Liguria tutta, gioca nel piatto l’inedito ruolo di marinatura in connubio con le erbe di orto e giardino per addomesticarne il carattere prima della cottura in pentola di rame.
I sapori fruttati e rotondi ritornano nell’Animella cucinata in salmuera seca, la salatura a secco che intensifica i sapori delle carni, nella cui morbidezza racchiusa nel guscio fragrante si innestano i sapori freschi di cetrioli, pesca e polline di finocchietto e nell’Anatra in barca glassata al balsamico, sontuosa per presentazione, intera e aureolata da fiori raccolti nei giardini, e per sapore, esaltato da giardiniera estiva, susine e jus gras con mostarda à l’ancienne.
Ispirati alla stagionalità e alla pasticceria contemporanea i raffinati dolci della talentuosa pastry chef Rebecca Segna, come il molto mediterraneo Parfait di fico sorretto da sorbetto al lime e pepe verde, gel di fico sott’aceto e olio alle foglie di fico o la più esotica Pavlova come un Solero con cocco, mango, passion fruit e coriandolo.
L’insieme dei gesti d’amore della cucina combinati al servizio comunicativo e armonico coordinato da Francesca Ricci, costituisce il tassello goloso di una storia familiare che dimostra ogni giorno rispetto per territorio, cultura e tradizioni, resistenza e resilienza.

Chef
Antonio Romano
Pastry chef
Rebecca Segna
In sala
Francesca Ricci
CHIUSURA
Martedì
Menu degustazione
Naturalia, Terræ
Tavoli all'aperto
Perchè fermarsi
Per respirare e le atmosfere della Liguria degli inglesi tra flora, architetture in stile coloniale e raffinata cucina contemporanea