Borgo San Felice Relais

La dimora Relais & Chateaux nel Chianti Classico

di Maria Luisa Basile

Fotografie MLB

1 Giugno 2025

Borgo San Felice è una Dimora Relais & Chateaux incastonata sulle colline del Chianti Classico di Castelnuovo Berardenga. Qualcosa in più in verità di un elegante relais e ristorante stellato con la supervisione di Enrico Bartolini, ma un incantevole borgo rurale di origine etrusca e dai lineamenti medievali e ottocenteschi immerso nel verde di boschi, ulivi e vite, ristrutturato con gusto e attenzione allo spirito del luogo e trasformato in albergo diffuso a 5 Stelle.

Guidato dal brillante Direttore Danilo Guerrini e Patrizia Chiari come Maȋtre de Maison e improntato a una forte propensione green, dal 1992 Borgo San Felice fa parte dell’associazione Relais & Châteaux, è insignito di 2 Chiavi Michelin per l’ospitalità e il suo ristorante Poggio Rosso ha ottenuto negli anni la Stella Michelin e la Stella Verde, guidato dal 2019 alla primavera 2025 dallo chef Juan Camilo Quinteeo e da luglio 2025 dallo chef di greci natali Stelios Sakalis.

Origini di Borgo San Felice

Il borgo ha origini antiche e la sua storia novecentesca è ancora viva nel ricordo di chi vi ritorna per rivedere i luoghi natii della famiglia o dove magari portava le olive al frantoio. Si passeggia nei vicoli, fra gli edifici un tempo abitati da scuola, panetteria, frantoio inframmezzati da piccoli giardini, loggiati, ulivi, rose, alberi da frutto, gerani rossi poggiati su panciute giare in terracotta e si sosta sulla piazza dominata dai due luoghi simbolo della socialità ottocentesca. Da una parte il parallelepipedo del Palazzo Patrizio abitato nell’800 dalla famiglia Grisaldi Del Taja, la casata di origine senese e signora del circondario alla quale si deve il disegno ottocento dell’architettura come la osserviamo oggi (e tra le fondatrici del Consorzio del Chianti Classico). Dirimpetto al palazzo, la piccola Cappella della Madonna del Libro in stile neogotico, impreziosita dall’affresco di una seicentesca Madonna del Rosario e da una scultura lignea di Sant’Antonio da Padova riconducibile allo scultore cinquecentesco Domenico Cafaggi, artefice di varie opere nel senese fra le quali un leggio nel coro del Duomo di Siena. Protagonista non secondaria è la vite, con il suo disegno lussureggiante che vira nel rosso in autunno a coprire facciate e pergolati, ma anche regina dell’identità vitivinicola della tenuta associata a Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri.

La dimora diffusa si compone di 63 camere fra standard, Suite, Prestige e Premium De Luxe, 2 ville e altrettanti campi da tennis, The Botanic SPA, palestra, piscina e una boutique emporio. Lo stile degli arredi è quello dello stile toscano in chiave elegante con travertino, legni in rovere, mattoni in cotto, ceramiche artigianali e tessuti la cui trama si ispira alla natura in dialogo con i colori delle pennellate degli affreschi che dall’epoca medievale e rinascimentale tramandano la memoria dei panorami del Chianti senese ma anche con la sentita tradizione del Palio di Siena presente nei vivaci accostamenti cromatici delle bandiere delle contrade.

Collaborazione e sostenibilità sono concetti ricorrenti nell’ospitalità del Borgo, accolti con entusiasmo dallo chef Juan Camilo Quintero anche attraverso rapporti di collaborazione con produttori vicini e lontani, nel Chianti, in Toscana e in Sudamerica, intessendo un personale ideale di cucina nel quale la Toscana e le proprie origini si animano di intrecci fecondi, con un ruolo importante riservato agli ingredienti vegetali come è nel DNA del relais e del territorio.

Lo chef Juan Camilo Quintero nasce infatti in Colombia nel 1989 e arriva in Italia grazie a una borsa di studio all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che gli permette di conoscere le cucine regionali italiane attraverso viaggi ed esperienze. Drante una di queste esperienze in Toscana viene notato e scelto da Enrico Bartolini per condurre le cucine di Borgo San Felice.

Lo stile di cucina dello chef Juan Camilo Quintero

Ciò che immediatamente colpisce nello chef Juan Camilo Quintero è il mix di indole garbata, sensibilità e talento, mai esibito ma tangibile; una cucina elegante e vivace, legata ai temi di rispetto della natura e con raffinate citazioni alle tradizioni locali, sapori cesellati, accostamenti mai banali e un ritorno alla tecnica senza scorciatoie, ma tornando a cuocere al momento, carpendo l’essenza degli ingredienti e i loro sapori.

Nel carosello di amuse gorge sfilano una Crostatina di lardo, acciughe e rose del giardino che dapprima affascina con l’incantesimo del fiore e poi confonde il palato con il retrogusto assoluto di salsedine, un Panforte ai fegatini di pollo inganno dolce-salato per l’occhio nel quale morbide carezze e aghi al pompelmo sollecitano il palato, un Crostino alla finocchiona, uva sott’aceto e fungo porcino, ricercata citazione al tipico insaccato toscano e ai piaceri dell’autunno, seguito dalla sferzata dei Cannoli di Radice di scorzanera, crema di midollo, nori e menta da diluire nel finale di Brodo di mais, cipollina, finferli e tartufo locale.

Pane Ricordo di una Ribollita  e burro a pigna

Il Ricordo di una Ribollita fonde tradizioni e ricordi in una una pagnotta di lievito madre e farina di Molino Bongiovanni ispirata alla cucina di campagna toscana incentrata sull’economia domestica, come racconta la pastry chef Silvia Ghione mentre lascia spandere i profumi di cavolo nero e fagioli cannellini imprigionati nell’impasto che al palato sprigionano sensazioni vellutate, enfatizzate dal soffice burro montato modellato come una pigna e cosparso di polvere di cipolla bruciata.

L’ingrediente preferito dallo chef Juan Camilo Quintero 

Il Carciofo è un piccolo capolavoro di scultura ispirato alla filosofia dell’anti spreco. Lo chef Juan Camilo Quintero ama questo ortaggio per quel sapore amarognolo assente in Sudamerica e lo dimostra usando ogni sua parte e rimodellandolo nel piatto, ritagliando le foglie tenerissime in piccoli triangoli e posandole a formare uno stemma sopra il cuore del carciofo cotto in forno e lasciato integro sul suo fondo, in un volteggiare di sapori, acidità e consistenze nel quale a far da cavaliere è chiamato il baccalà alla salsa pil-pil profumata allo zafferano toscano servito in un pentolino di rame.

Il Chianti in un piatto

Il Riso del Chianti con cinghiale, olive e uno spruzzo di essenza di cipressi è un piatto nato all’arrivo di Juan Camilo Quintero nella regione. Ci senti il suo stupore dinnanzi agli aromi degli ulivi e delle vigne come del bosco, tutta la tavolozza della macchia toscana nella quale si muove il cinghiale con l’immancabile citazione al flessuoso albero simbolo di ogni panorama da cartolina toscana, il cipresso, nebulizzato al tavolo in una fresca nuvola di essenza.

Dentice, Tabacco e Cocco

Incontro fra sapori toscani e suggestioni sudamericane è il Dentice messo a riposare sulle foglie di tabacco e quindi cotto al vapore sul tabacco per assimilarne un delicato ma riconoscibile aroma e infine asperso a contrasto con una salsa al cocco, tipica di Sud America e Sudest asiatico.

L’Agnello è una preparazione magistrale. Viene cotto ai carboni per conferire alle carni un vago sentore affumicato senza coprirne la peculiare rustica sapidità esaltata anzi dalla boronia, una preparazione dei Caraibi colombiani a base di melanzane, senape e cardamomo. Un fondo preparato con carcasse e pezzi meno nobili completa il piatto, abbinato a un gioiello del terroir, Brunello di Montalcino DOCG Riserva 2016 Il Quercione prodotto solo nelle annate eccezionali da Campogiovanni San Felice, ricco e generoso al naso e al sorso, con note di frutti di bosco in un crescendo di tabacco, cuoio, liquirizia.

Il dolce-firma di Juan Camilo Quintero “Omaggio a Fernando Botero”

Oro e morbidezza ammantano il celebre dolce-firma di Juan Camilo Quintero “Omaggio a Fernando Botero” nel quale lo chef esprime nel piatto l’ammirazione per l’artista connazionale Botero, replicando l’opera Venere dormiente in miniatura, in una felice congiunzione di avocado e cioccolato rigorosamente selezionato da un progetto etico visitato personalmente in Colombia durante il periodo della pandemia.

 

Chef

Juan Camilo Quintero

Pastry chef

Silvia Ghione

Contatti

Borgo San Felice - Località San Felice 53019 Castelnuovo Berardenga (SI)

05773964

Sito web
Tavoli all'aperto
Consigli dalla cucina

Carciofo, ingrediente preferito dello chef e Agnello, dalla cottura magistrale

Perchè fermarsi

Per la commistione fra cucina toscana e guizzi sudamericani doc